Quando si passa da un abbonamento alla linea telefonica (in gergo tecnico chiamato Plain Old Telephone Service, o POTS) ad un servizio VoIP gli utenti, specie le aziende o i professionisti, si pongono sempre diverse domande soprattutto in merito all’utilizzo del fax, mezzo di comunicazione indispensabile in qualsiasi ufficio. Sebbene possa sembrare ovvio che i fax funzionino su una linea VoIP alla stesso maniera di una linea POTS, il meccanismo reale è molto più complesso e spesso difficile da completare. Prima di approfondire proprio questo aspetto è opportuno precisare sin da subito che il web, in quanto fucina di soluzioni per tutti i nostri bisogni quotidiani, propone soluzioni interessanti anche per l’invio di fax, rigorosamente via internet. Esistono, da diversi anni, parecchi servizi che permettono di inviare cosiddetti e-fax come delle semplici e-mail mantenendo però standard di sicurezza e privacy identici al fax tradizionale.
Cerchiamo allora di approfondire alcuni aspetti legati al funzionamento dei fax online, partendo proprio dalla differenza che intercorre tra VoIP e POTS. Due sono le grandi aree che definiscono la reale diversità fra i servizi citati: la commutazione e la compressione.
Nel primo caso, la grande differenza tra i due tipi di servizio riguarda il modo in cui viene gestito l’invio del segnale audio in avanti e indietro tra le due parti nella chiamata. Una linea POTS utilizza la cosiddetta commutazione di circuito. In questo caso, il telefono del chiamante e il telefono del destinatario sono collegati in un circuito fisico continuo, il che significa che il segnale vocale viene inviato in un ciclo, da una parte all’altra dei telefoni, per tutta la telefonata. Quando si parla tramite una linea telefonica POTS, è come se si affittasse uno spazio personale all’interno dei fili che implementano il collegamento.
Il VoIP non funziona in questo modo. Sfrutta lo stesso sistema utilizzato per caricare le immagini e le informazioni quando si naviga in internet, definito commutazione di pacchetto. Invece di creare una singola connessione tra due telefoni, con l’invio del segnale costante tra le parti, i fornitori di VoIP lo spezzano in piccoli pacchetti. Attribuiscono poi una specifica serie di indicazioni ad ognuno di essi, indicando quale destinatario dovrebbe riceverlo e come riassemblarlo agli altri, i quali sono rilasciati in rete attraverso il router. I pacchetti “gocciolano” attraverso internet singolarmente, percorrendo le minime distanze precedentemente calcolate anziché seguire lo stesso percorso ogni volta. Sull’altra estremità, un gateway riceve i pacchetti, costruendo dapprima un buffer e rimontando poi l’intero segnale.
Questo sistema permette ai fornitori di VoIP di inviare chiamate utilizzando un minimo di dati, che aiuta a mantenere bassi i costi e rende più agevole le telefonate. Il difetto principale risiede tuttavia nel fatto che il sistema potrebbe perdere un pacchetto o due nel corso del tragitto, cosa che accade di tanto in tanto.
Un fax, tuttavia, ha la necessità di essere molto preciso. Quando invia un messaggio, lo fa trasmettendo un segnale solido sulla linea vocale, che la macchina ricevente interpreta per ricreare l’immagine o il documento. Questa patch di suono può contenere segmenti precisamente calcolati di silenzio e modulazione molto fini. Quando il sistema VoIP riduce il segnale in pacchetti per inviarlo, può creare distorsioni o perdere pacchetti, che farà sì che il fax non sia sicuro.
La seconda grande categoria di fallimenti è indubbiamente quella relativa alla compressione. I sistemi VoIP usano dei coder-decoder, noti anche come codec, con l’obiettivo di comprimere il segnale audio della chiamata per la trasmissione efficace su Internet. Il codec campiona il segnale audio, tirando un piccolo pezzo fuori diverse migliaia di volte al secondo. A seconda del codec, il sistema può campionare il suono 64.000 volte al secondo, 32.000 volte al secondo o 8000 volte al secondo. Molti sistemi VoIP usano un codec G.729 che esegue l’ultima tipologia di campionamento citata. Il sistema utilizza lo stesso codec sull’altro lato per ricomporre quelle migliaia di campioni in un nuovo segnale audio continuo. L’orecchio umano non è in grado di rilevare gli eventuali (e minuscoli) pezzi mancanti tra questi campioni audio. Al contrario, un fax può “sentirli”, e non può essere in grado così di ricomporre correttamente il documento o l’immagine, causando quindi una trasmissione imprecisa o non corretta. I provider consigliano soluzioni diverse a questi problemi, a partire dalla configurazione di un codec che possa campionare i segnali in pezzi più piccoli.