14/03/2023 Mooseek

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Foto di Victoria_Watercolor da Pixabay

Dal punto di vista grafico, i videogiochi più recenti non hanno nulla da invidiare a colossal cinematografici o alle più note serie tv. Nel giro di pochi decenni sono stati fatti passi avanti enormi, avvicinandosi sempre più ad un livello di realismo appannaggio, in precedenza, solo del cinema. Ovviamente per far sì che tali innovazioni si ritrovino anche sul proprio schermo, è necessario adeguarsi in termini di tecnologia da utilizzare, rimanendo al passo sia per quanto riguarda le console sia per quanto riguarda i dispositivi su cui si gioca, che sia la televisione, il computer o lo smartphone. Ad oggi è impossibile separare la parte grafica dal videogame, divenuta anzi una componente essenziale in grado di accrescere la giocabilità del titolo. Si faccia riferimento, ad esempio, ad una delle ultime uscite in termini di videogame: Hogwarts Legacy. Il titolo offre al giocatore la possibilità unica di esplorare il mondo magico e fantastico di Harry Potter, scaturito dalla penna di J.K. Rowling, con una grafica eccezionale ed elogiata da tutti, addetti ai lavori e semplici fan.

La differenza rispetto ai giochi risalenti alla metà del secolo scorso è abissale. Se si fa riferimento a titoli quali Tennis for Two o Spacewar!, la grafica utilizzata era basata sul 2D ed il design era più che minimale. L’esperienza di gioco migliorò notevolmente con l’introduzione dei pixel colorati, in grado di far comprendere meglio al giocatore gli elementi sullo schermo e fornire un’esperienza di gioco migliore. I limiti però erano evidenti: oltre a rimanere ancorati alla tecnologia in 2D, sul piano del gioco i personaggi potevano spostarsi sono in due direzioni, seguendo linee verticali oppure orizzontali. Fu necessario attendere la metà degli anni ’80 per ammirare i primi giochi aventi la grafica cosiddetta “a scorrimento”, con titoli come Defender. Sempre negli stessi anni si data il primo videogame in 3D, anche se ancora decisamente rudimentale: è il caso di Battlezone.

Fu l’introduzione progressiva di questa nuova grafica a generare il vero salto di qualità nella produzione dei videogiochi. Oltre che ad un perfezionamento innegabile dal punto di vista grafico, le vere innovazioni hanno infatti riguardato la giocabilità: il progressivo miglioramento della grafica 3D consente infatti ai fruitori dei giochi di muoversi a tutto tondo sulla mappa e non più lungo direttive già impostate. Veri e propri pionieri di questi nuovi generi di videogiochi sono Alone in the Dark e Star Fox, usciti ad inizio degli anni ’90. Quel decennio viene considerato l’epoca d’oro dei giochi perché sono stati rilasciati titoli che ancora oggi sono presenti nelle classifiche. Si tratta, solo per citarne alcuni, di Tomb Rider, Final Fantasy e Age of Empires: tre generi molto diversi di videogiochi ma accomunati tutti da una impostazione grafica molto avanzata per gli standard del momento.

Negli ultimi anni, intendendo con ciò tutte le innovazioni che hanno seguito gli anni 2000, si è approdati ad un 3D sempre più sviluppato ed una tecnologia dell’HD che ha permesso la creazione di videogiochi sempre più realistici. Ciò avviene anche grazie all’introduzione di una nuova tecnica che ha preso piede anche per quanto riguarda il cinema, la motion capture, in grado di rendere estremamente realistici personaggi, espressioni e movimenti. Per farlo vengono talvolta utilizzati attori famosi per impersonare i protagonisti dei videogame: è il caso ad esempio di Kit Harington, celebre per essere stato Jon Snow in Game of Thrones e ora volto di uno dei personaggi di Call of Duty Infinite War. L’elenco però potrebbe continuare: Rami Malek, famoso per la celebre serie tv Mister Robot ha dato il volto al protagonista di Until Dawn o ancora Jesse Williams (tra gli ex protagonisti della fortunata serie Grey’s Anatomy) ha prestato il suo volto al videogioco Detroit: Become Human.

Ad oggi i videogiochi fermi al 2D o addirittura monocromatici stanno lentamente vivendo una seconda epoca d’oro ed i collezionisti fanno a gara per accaparrarseli. È innegabile, tuttavia, la distanza abissale tra quelle uscite e quelle più vicine agli 2000, senza contare il fatto che nel corso degli ultimi decenni i passi in avanti sono stati enormi, tali da rendere obsoleti (dal punto di vista grafico) titoli usciti agli inizi del 2000. I progressi grafici sono riscontrabili anche nell’online, anche la grafica del mondo delle sale di casinò risulta particolarmente curata, è il caso ad esempio delle slot machine, di slot del provider Netent piuttosto che Megaways o Playtech o 1X2, solo per citarne alcuni (l’elenco dei fornitori è particolarmente lungo). L’obiettivo è quello di fornire un’esperienza di gioco il più possibile simile a quella derivante da una sala da gioco vera e propria.



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